Si apprende dalle colonne del Corriere della sera di lunedì 9 dicembre che l’artista David Datuna ha mangiato la banana che l’artista Maurizio Cattelan aveva appeso come opera d’arte, e già acquistata per 120.000$, perché affamato d’arte. Datuna, dopo aver detto che ammira il collega perché dissacrante ecc. ecc., perché si fa gioco degli stereotipi ecc. ecc. afferma “Io non ho fatto altro che la stessa cosa”. Ma prima di fare la “stessa cosa” ha ragionato sul perché e sul percome si dà valore agli oggetti comuni e all’arte e perché qualcuno avesse pagato quella cifra per un frutto destinato a deperire ecc. ecc., rispondendo che era stata comprata “piuttosto un’idea”. Così, continuando a pensare, gli è venuta l’idea di mangiare quell’idea: “arte che si nutre d’arte”. Per capire questa affermazione però Datuna dovrebbe argomentare meglio: spiegare perché quello che fa Cattelan sia arte e lui stesso pure.
Diversamente si vede solo un tizio che mangia una banana che un altro tizio ha messo sul muro e che un terzo tizio ha acquistato.
Il titolo di questa performance, Hungry Artist, è, tuttavia, sicuramente vero al 50%.
Per avere le risposte alle domande che l’hanno spinto a questo gesto artistico, Datuna avrebbe potuto rivolgersi ai Dadaisti della prima ora (per gli oggetti e l’arte), Lewitt avrebbe potuto insegnargli qualcosa sulle idee in arte e, fino ad una decina d’anni fa, anche Rauschenberg sul mangiare/cancellare opere altrui.
Ma comunque: così sia.
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